Negli ultimi anni, il Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) è emerso come la condizione neuroevolutiva con la maggiore incidenza a livello globale. Questa crescente diffusione ha suscitato un ampio interesse da parte della comunità scientifica, così come delle istituzioni politiche, educative e culturali.
La diagnosi di ASD si basa sull’identificazione di un insieme di manifestazioni cliniche, la cui gravità può variare lungo un continuum, e che si configurano principalmente in due ambiti fondamentali:
- la comunicazione sociale e l’interazione reciproca (criterio A)
- i pattern di comportamento, interessi o attività ristretti o ripetitivi (criterio B)
Oltre a questi, viene indicato anche che i sintomi possono manifestarsi nella prima infanzia o successivamente (criterio C) e che limitano e/o compromettono il funzionamento individuale quotidiano (criterio D).
Il fulcro del disturbo risiede principalmente nel Criterio A, ovvero nel deficit persistente dell’interazione e della comunicazione sociale, che può generare profonde ripercussioni sul comportamento e sullo sviluppo delle competenze relazionali.
Musicoterapia e disturbi dello spettro autistico
Tale premessa è fondamentale per comprendere la rilevanza della musicoterapia nell’intervento con persone con ASD, in quanto le maggiori difficoltà riscontrate riguardano proprio le aree su cui essa agisce in maniera privilegiata:
- la relazione
- l’intersoggettività
- l’attenzione congiunta
- la comunicazione non verbale
- la sintonizzazione affettiva
- l’interazione reciproca
La musicoterapia si configura quindi come un efficace strumento di mediazione relazionale e di facilitazione nei percorsi riabilitativi e psicoeducativi rivolti a soggetti con disturbo dello spettro autistico. L’esperienza musicale, per sua natura multisensoriale, può essere impiegata con finalità espressive, comunicative e sociali, in quanto profondamente radicata nella struttura biologica ed evolutiva dell’essere umano. Numerose evidenze suggeriscono che l’uso della musica contribuisca allo sviluppo di competenze sociali, cooperative e comunicative. L’ascolto e la produzione musicale, inoltre, attivano simultaneamente circuiti cognitivi, emotivi e motori, coinvolgendo diverse aree cerebrali in modo integrato e sinergico.
Il musicoterapeuta sceglie metodologie e tecniche diverse sulla base di diversi criteri come il profilo di funzionamento, l’età, le capacità presenti, il livello relazionale costruito tra musicoterapeuta e persona con ASD.
Alcune tecniche utilizzate possono essere il rispecchiamento (sintonizzazione esatta delle produzioni della persona), improvvisazione empatica (modulazione dei parametri del suono, intensità, timbro, velocità, dinamiche. Il contorno melodico e struttura armonica usati per connettersi agli stati emotivi della persona), dialogo sonoro (turnazione, attesa, proposta-risposta,…), combinazione (improvvisazione di una serie di suoni, ritmo e musica che si abbinino con quelli della persona), ancoraggio (creazione di ritmo e musica stabili e di contenimento per la costruzione di una base sicura), sintonizzazione (uso di più parametri in modo analogico tra loro, attraverso sintonizzazioni transmodali), ecc…
L’impiego di tali tecniche, unitamente a schemi musicali strutturati, contribuisce a creare routine rassicuranti che agevolano lo sviluppo di scambi relazionali attraverso il canale non verbale, fondato su suoni, voce, movimento e prossemica.

Nastrini per musicoterapia – Borgione
Strumenti e setting terapeutico
Il musicoterapeuta può utilizzare tecniche attive (fruizione diretta dello strumentario) o recettive (ascolto di brani musicali), in entrambe le situazioni il terapeuta svolge una funzione fondamentale nella mediazione delle esperienze sonore.
Il setting non giudicante e pensato in modo personalizzato come cornice per un contesto relazionale, stimola la partecipazione attiva della persona.
Ogni musicoterapeuta è tenuto a configurare la propria “valigia” sonora, inserendo gli strumenti musicali a lui più affini ricordando alcuni aspetti importanti:
- la presenza di strumenti sia ritmici che melodici,
- la presenza di uno strumentario che non necessiti uno studio per la sua fruizione,
- la presenza di oggetti non prettamente musicali ma significativi per la relazione.
La presenza di tali strumenti nel setting vuole essere un ponte espressivo, relazionale e comunicativo nella consapevolezza che ogni oggetto può divenire strumento: siamo circondati da “oggetti che si fanno suono”.
L’utilizzo consapevole e mirato di questi materiali permette ai terapisti di lavorare su più livelli: sensoriale, motorio, relazionale ed emotivo.
Alcuni esempi di strumenti utilizzati dal musicoterapeuta per promuovere l’espressione corporea, la coordinazione motoria e la comunicazione non verbale sono:
- “Bongo”, “Cajon”, “Cembalo”, “Maracas uova”, “Djembe”, “legnetti sonori”: strumenti a percussione per lavorare su un aspetto per lo più a livello ritmico;
- “Arpeggio”, “Campane tibetane”, “Chitarra classica”, “Kalimba”, “Metallofono”: strumenti melodici che permettono di dare non solo ritmicità ma anche toni, e colore al suono che si vuole esprimere.
- “Foulards magici quadrati o rettangolari”, “Paracadute”, “Nastri per ritmica”: combinano l’aspetto visivo a quello sonoro, ed aiutano all’utilizzo della voce disegnandone la dinamica con il loro movimento
- ”Dondolo per adulti”, “Amaca”, “Amaca poltrona azzurra”: favorisce il senso di contenimento, abbraccio ed il movimento ondulatorio può scandire una ritmicità nell’uso della voce e del canto

Strumenti per musicoterapia – Borgione
Tutti questi strumenti portati d’esempio vengono utilizzati per investire diversi ambiti di intervento:
- area della reciprocità: sintonizzazione ed imitazione
- area della sincronia: ritmicità, turnazione nello scambio
- area dell’intenzionalità e motivazione al contatto sociale
- area della regolazione emotiva: strutturazione della seduta, attivazione dell’attenzione congiunta
Musicoterapia in ottica multidisciplinare
La musicoterapia, grazie alla sua componente non verbale, relazionale e profondamente esperienziale, si configura come una disciplina altamente integrabile all’interno di percorsi terapeutici complessi, affiancandosi in modo sinergico a interventi educativi, psicologici, fisioterapici e logopedici. La sua efficacia risiede nella capacità di adattarsi in modo flessibile e personalizzato al profilo funzionale del singolo individuo, contribuendo attivamente alla costruzione di un progetto riabilitativo multidimensionale e interdisciplinare
La musicoterapia è un tipo di occhiale che ci permette di fare delle osservazioni importanti ma che non bastano a sè stesse: ogni disciplina può dare la sua lettura con i propri strumenti per una presa in carico totalitaria e veramente olistica. La condivisione degli obiettivi in equipe e tra tutti gli attori della presa in carico, rafforza l’efficacia degli interventi e crea una rete di supporto coerente e continuativa, in cui il linguaggio della musica diventa uno strumento privilegiato per sostenere lo sviluppo globale del paziente.
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